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19
Dic

Le prime parole e le prime domande

Se siamo qui oggi, ciascuno di noi, docenti, studenti e organizzatori non è nè per obbligo scolastico o ministeriale, né per riempire in modo diverso il nostro tempo libero, e ancor meno per darci qualche aria di raffinati intellettuali.
Il motivo per cui siamo qui oggi, e per il quale sono nate le Romanae Disputationes, consiste invece nell’urgenza e nella volontà di dare tempo e spazio adeguati al desiderio di conoscenza che alberga in ciascuno di noi e che, per molti, si è chiarito e manifestato proprio nell’insegnare e nello studiare filosofia.
In un periodo di crisi così difficile per la nostra società e per il mondo intero, al fine di poter offrire il nostro contributo, pensiamo sia decisivo rimettersi con serietà di fronte al problema umano della conoscenza della verità, problema così grave che nessuna generazione potrà mai scansare almeno nel suo sorgere; problema che ogni grande filosofo ha sentito come “il” problema della propria vocazione.
Cosa significa conoscere? Perché abbiamo in noi il problema di sapere qualcosa con certezza? È possibile raggiungere un sapere certo e stabile circa noi stessi e circa il mondo che ci circonda? Fin dove possiamo spingerci quando ci interroghiamo circa l’origine, la consistenza e il destino della vita e del mondo? Di quale natura è fatta la nostra ragione interrogante? Quali sono i suoi reali poteri conoscitivi? È davvero conoscibile la verità? Ha ancora senso parlare di una verità assoluta? O forse è meglio dire che siamo destinati a possedere soltanto conoscenze particolari, finite, tecniche e sempre relative al contesto storico-culturale in cui vengono affermate?

Marco Ferrari